sabato 13 dicembre 2008

Llueve por hastío

Llueve por hastío.

Amargamente.

Como si otra cosa

no fuera posible.

Algún desencanto

en la altura.

Un aburrimiento

de los Dioses.



De Bagdad y otros poemas. Edit. El Taller del Poeta, Galicia, 2003.

Delle creature marine

Poesia dalla silloge: "Altre Spiegazioni" - 0111 Edizioni- Italia- 2008.


Delle creature marine
il rumore senza fine, bramito a volte, ondulazioni
che allungano la traccia perpendicolare della luna.

Com' è la via lattea attraverso la pelle oceanica?
Orione è una cinta di madreperla alla deriva?

Delle creatura marine
delle sue mani di segreta musica
viene alla riva il dolce artigianato.

Piccole sculture di venere abissali,
torsi di governanti degli scogli,
brocche di vino corale, prue rotte,
cappelli di coltivatori di plactom,
intagliate asticelle di favolose carrozze nuziali.

Dove il minuto museo del viavai delle onde?
Le cartografie del letto occulto?

Le onde giganti che abbattono le coste
sono marce ecologiste?

Delle creature marine il canto impregnato
nelle conche della pietra.

Le città del sale che s'estendono nella sabbia
gli echi delle fosforescenze
tessendo la loro rete di luce azzurra.

Dove si costruiscono le corazze dei pesci guerrieri?
Che ramo di coralli le fidanzate delle profondità?
Chi forgia il metallo del pesce spada?

Delle creature marine
la rosa del coro dei venti,
destini terrestri nati dal ventre delle maree.

Le stelle del mare brillano come costellazioni?
Il crepuscolo è la polvere di fuoco
che alzano i cavalli del mare nel loro galoppo?

Il pesce postino distribuisce bottiglie di isola in isola?
Chi fila argento e tesse reti
che palpitano nella superficie?

Seppi che dei cannoni vinti
fanno tunnel dell'orrore
e con tutti i naufragi hanno alzato
la grande città della malinconia.

Da loro il battito
che estrema il tempo in oltremare

In altoamore
dove i tuoi occhi, oro infinito,
baciano i confini del mio silenzio.

Las palabras

Las palabras
que ocuparon la tierra cuando nada había
vinieron por el silencio.
Los gestos se llenaron de campanas,
la foresta, la llanura, cada cima
multiplicó los ecos del nombre de las cosas.

La profundidad del pan y las mareas
fue revelada
y entonces el canto distribuyó horizontes,
nuevas explicaciones
para fundar el mundo.

Y cuando...

Y cuando la lluvia sea un tejido espeso de carbón ácido
polvo que venga a morder la vida hasta quemarla,
vendaval de larvas de seis bocas
que violen el humus hasta ahuecar la tierra...

Qué honorable explicador de azares
qué majestad todopoderosa vendrá a decirnos:
tenemos un plan!

Se escuchará desde los altavoces globales
“...por el futuro de la humanidad nuestra democracia...”
en tanto largas filas de sobrevivientes
se morderán entre sí por el último carnet
para el refugio.

Quien pague tendrá un sorbo de agua,
quien pague: su retazo de aire diario.

Y mientras todo gira como si nada,
inexorable ruta de los tiempos,
aquí nosotros
imbéciles rumiantes de lo vano,
atornillados a las pantallas consumiendo
enormes cantidades de rayos catódicos.
Mientras nos roban la casa, el aire,
el fuego,
el agua.