In ogni casa del giorno ti guardo
come se fossi tutte le finestre,
una per una le chiamate della geografia.
Ti guardo tra navi bianche
che vertono il cotone della loro ombra
nel mare zittito
profondamente quieto nel rumore
del vento che inventa reconditi
paesaggi di chitarra, ti guardo.
Ti guardo nelle foci di argento fuggitivo
che disegnano nelle falde della pietra
nervature smeraldo.
Nella ragione dell’ humus e la goccia
e la tenace utopia della radice, ti guardo,
nella costellazione delle sostanze
e la meraviglia del vino nella sua luna precisa.
Per il crepitare del pane,nella tavola servita, ti guardo
imbarcato nella chiarezza del tuo corpo
nel mio, e nelle mie maniti guardo,
nella vastità della tua bocca
in ogni lampo della notte in calma
dove abitano le labbra che s’annidano,
nel piccolo paese dei baci, ti guardo.
martedì 8 luglio 2008
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